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lunedì 3 gennaio 2011

I sentimenti degli animali


Questo post è una raccolta di 3 articoli trovati sulla rete a proposito dei sentimenti dei nostri amici a quattro zampe e delle loro speciali capacità, con qualche frase e suggerimento in più.
Spero vi possano interessare:

E’ confermato, i cani sentono le emozioni degli uomini

Passano gli anni e poi i secoli, ma gli antichi detti, la famosa saggezza popolare non si sbaglia mai e, alla fine, persino studi approfonditi lo dimostrano. Da sempre, infatti, si ritiene che i cani siano i migliori amici dell’uomo, confidenti silenziosi che possono comprenderne sensazioni ed emozioni e, a quanto pare, adesso ne arriva anche la certezza. La specie canina, infatti, sarebbe in grado di riconoscere una persona felice da una triste e distinguere il riso dal pianto, prima a livello profondo e poi anche a livello visivo. Lo conferma un gruppo di scienziati neozelandesi, che ha portato a termine una ricerca grazie al fondamentale apporto di un docente dell’Università dell’Otago.
Secondo i risultati ottenuti, quindi, non ci sarebbero dubbi: loro riuscirebbero a capirci forse meglio di un altro essere umano. Le prove sono state eseguite, facendo ascoltare ai cani, immagini registrate di neonati che ridono, piangono o farfugliano e, aggiungendo delle istruzioni verbali con espressioni cordiali o severe, si otteneva una diversa reazione degli amici a quattro zampe.
Tra l’altro anche i gatti sarebbero in grado di comprendere molti sentimenti e sensazioni provati da altri esseri viventi, nelle scorse settimane, infatti, altre ricerche hanno portato gli esperti alla conclusione che riescono a capire quando una persona sta veramente male e sta per morire, ben prima di medici ed infermieri. A tal proposito, sarebbero persino bravi ad assumere un atteggiamento triste ma consolatorio, quasi di comprensione. Vi consiglio su questo argomento il libro "Le fusa di Oscar. Certi gatti hanno poteri straordinari" di Dosa Devid che parla di un gatto, appunto Oscar, che è in grado di annunciare la morte dei pazienti della clinica dove vive e consola i malati ed i familiari con le proprie fusa, da una storia vera.
L’intelligenza animale è ancora dunque troppo sottovalutata e, chissà quanto ancora gli uomini che si credono superiori, ma a volte mancano di attenzioni e sensibilità, avranno da scoprire su questi piccoli amici sempre presenti nella loro vita. Un rapporto speciale, soprattutto quello con cani e gatti che, infatti, sono “adottati” dalla gran parte delle famiglie e, in molti casi, diventano in tutto e per tutto parte integrante del gruppo.



Gli animali sentono le emozioni del padrone

Che gli animali e, soprattutto, gli amici a quattro zampe, siano in grado di possedere una sensibilità molto forte e totalmente differente da quella umana, è ormai un dato di fatto da parecchio tempo. Cani e gatti, da sempre, più vicini alle persone e abituati a vivere in casa, capiscono immediatamente se nel nucleo familiare qualcuno è triste o è felice, se soffre o si sente smarrito e sono in grado di immedesimarsi perfettamente. Riesce perfino a commuovere la loro vicinanza e l’affetto che sono in grado di dare a chi non è al massimo delle proprie energie e, per tal motivo, sono davvero dei compagni super fedeli.
Allo stesso modo, non di rado riflettono i problemi emozionali e fisici di tutta la famiglia, acquisendone persino atteggiamenti e abitudini. Qualche volta, infatti, quando si osserva un pet e chi lo accudisce, si ha l’impressione che siano simili. Studia americani recenti, hanno portato all’attenzione della scienza diversi casi peculiari, come quello di un uomo che soffriva di problemi alla cartilagine delle ginocchia e, poco tempo dopo, il disturbo ha iniziato a colpire pure il suo cane. E’ pure capitato che, un animale a quattro zampe, nonostante le cure e tutte le attenzioni del caso, non si riprenda mai del tutto, se non guarisce il padrone, proprio per via della sua grande sensibilità verso le sensazioni di chi lo cura e lo coccola. Gli uomini non sono così profondi, possono rimanere tristi in un angolo se il proprio cane sta male, ma non assimilano le sensazioni del pet fino a provare gli stessi sintomi.
Ci sono state addirittura volte in cui un veterinario si è accorto che un animale presentava un problema e, solo per caso, successivamente, ad una normale visita di controllo, anche il padrone presentava il medesimo disagio. Per questo si fa sempre più strada la possibilità che, quando non ci si trova di fronte a disturbi di una certa rilevanza, possano essere trattati insieme con rimedi naturali non invasivi ma in grado di ristabilire piano piano la situazione.



Ma i cani ridono?

Tutti i cani ridono, 
vale a dire che la loro faccia assume un'espressione serena e rilassata,
 con le orecchie abbassate, gli occhi socchiusi, 
le labbra morbide e semiaperte ed il mento in alto. 
Questo è il sorriso di un cane.
Elisabeth Marshall Thomas

Sappiamo con certezza e siamo in grado di riconoscere quando i nostri cani sono felici, tristi o spaventati. Riguardo al ridere, invece, l’argomento è ancora piuttosto dibattuto. E lo è da molti anni ormai. Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, affrontò la questione nel suo libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, pubblicato nel 1872.
Nel testo darwiniano si osserva che il labbro superiore durante l’atto del sorriso nel cane appare ritratto, come se stesse ringhiando, di modo che i canini siano esposti, benché l’aspetto generale dell’animale mostri chiaramente che in quel momento non è affatto arrabbiato.
In molti ricollegano questa sorta di ringhio pacifico ad un sorriso, ma lo stesso Darwin affermò che non esisteva nessuna sicurezza a riguardo tale da poter affermare che, anche i cani, come noi, ridono.
C’è sempre il rischio di antropomorfizzare le emozioni degli animali, affibbiando ai nostri "quattrozampe" caratteristiche umane. Per esempio, e di questo ne abbiamo già parlato, è un errore presumere che l’aria colpevole del nostro cane sia dovuta a qualche misfatto, come aver rovesciato e rotto un vaso o fatto qualche altro disastro. Quando lo osserviamo con quegli occhioni spalancati e timorosi pensiamo subito che ne abbia fatta una delle sue e ci stia nascondendo qualcosa, dimenticando sempre che il senso di colpa non appartiene al cane più di quanto la fedeltà non appartenga all’uomo.
In realtà il cane si comporta così quando vede che noi siamo nervosi ed arrabbiati e la sua reazione furtiva altro non è che un rifuggire dalle nostra ira, dopo aver percepito tensione.
Tornando alla risata, abbandoniamo Darwin per uno studio molto più recente, effettuato da un ricercatore del Nevada, che è convinto di poter dimostrare che i cani intenti nel gioco ridono in qualche modo. I suoi risultati sono stati presentati la scorsa estate nel corso di un meeting dell’Animal Behavior Society. Patricia Simonet, questo il nome della ricercatrice, insieme ad un team di suoi colleghi, ha registrato i suoni emessi da un campione di cani mentre giocavano al parco, utilizzando microfoni parabolici per sentire anche a distanza.
Le registrazioni dei respiri trafelati del cane intento al gioco sono state poi analizzate e riascoltate, osservando che, quando recuperava una pallina, ad esempio, ed era eccitato dal gioco, l’ansimo era diverso dal semplice respiro trafilato ed affaticato. Sfumature che, per i ricercatori, possono voler dire che il cane sorrida attraverso un respiro 
diverso.

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